Il Ricovero Valsabbino è stato voluto dal Senatore Angelo Passerini e da una schiera di amici nel lontano 1910 quale “casa mandamentale di ricovero con infermerie maschili e femminili per raccogliere ammalati bisognosi ed indigenti”. La Casa di riposo diventa realtà solo nel 1924, anche a causa del primo conflitto mondiale, ed è inaugurata il 17 maggio del 1925.
Da allora l’Opera Pia Ricovero Valsabbino diventa il punto di riferimento per l’intera Valle Sabbia e riesce sempre ad essere risposta attenta e concreta ai bisogni della popolazione del territorio, data anche la posizione strategica nell’ex comune di Nozza, ora frazione del comune di Vestone.
Sul fabbricato sta scritto:
Posta in amena fertile e solatia posizione, la snella e armonica sua mole domina da settembre la conca di Nozza.
La sede del Ricovero Valsabbino è sin dal suo concepimento destinata ad essere “struttura sovracomunale”.
Essa, infatti, è riferimento attualmente di sedici comuni valsabbini: Anfo, Capovalle, Pertica Alta, Pertica Bassa, Lavenone, Treviso, Idro, Vestone, Mura, Casto, Provaglio Val Sabbia, Odolo, Barghe, Preseglie, Bione ed Agnosine. La popolazione complessiva dei quali è di oltre a 21.000 abitanti, con una elevata percentuale di anziani.
Nel mese di agosto del 2004 da IPAB si è trasformata in fondazione assumendo la denominazione “Fondazione Angelo Passerini – Casa di Riposo Valsabbina Onlus”.
La nuova natura giuridica garantisce all’istituzione la propria autonomia gestionale, ma impone anche di doversi relazionare con il territorio in cui opera attraverso nuove e più moderne forme di comunicazione e di collaborazione.
Bisogna ricordare che anche all’interno del mondo delle imprese profit la responsabilità sociale non può essere dimenticata. Infatti essa si riferisce a qualcosa di più rispetto della mera filantropia, che si esplica nel destinare a scopi sociali una quota del reddito generato dall’azienda, cioè al fatto che le imprese, pur perseguendo il fine di fare profitti, debbono essere utili al progresso sociale in una logica in cui la scelta fra etica e profitto non è alternativa, in quanto l’attenzione e il sostegno al benessere della comunità diventa un vantaggio competitivo per le aziende che possono così avvalersi del privilegio di operare in un contesto ben organizzato e protetto.